Live Sicilia – 29 dicembre 2015
Secondo l’accusa, Sciabica dal 2005 al 2009 avrebbe indicato nelle dichiarazioni dei redditi acquisti fantasma di merce grazie alle fatture messe da società cosiddette cartiere. E cioè aperte al solo scopo di taroccare i libri contabili. Alla fine dei conteggi a Sciabica fu contestata un’evasione fiscale per un milione di euro che fece scattare il sequestro preventivo “per equivalente” di tutti i beni mobili e immobili non solo intestati alla società, ma pure quelli personali. Già in sede contabile il legale della difesa, l’avvocato Massimo Motisi, riuscì a ridimensionare il presunto danno erariale, ottenendo il dissequestro di gran parte dei beni.